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Il sistema bibliotecario di Ateneo

"Tutto finisce in un libro"
Il sistema bibliotecario dell’Università di Pavia è stato istituito per coordinare i servizi bibliotecari e assicurarne uno sviluppo organico e razionale. Coordina e promuove lo sviluppo.
La fruizione e la conservazione del patrimonio documentario per le finalità proprie della ricerca e della didattica dell’Ateneo
Sorvolando la città abbiamo tracciato un tour virtuale delle nostre biblioteche.

Siamo anche entrati in una di queste, scambiando due parole con le persone che ci lavorano e facendoci raccontare la loro storia, la storia dei libri.

Graciela D’Errico presso la Biblioteca di Studi Umanistici

“Liber è la pellicola situata tra la corteccia e il legno, tra il pensiero esposto e l’intimità nodosa, tra noi e l’altro. Blocco puro di trasparenza esso rappresenta l’accesso privilegiato alla nostra intimità, gli uni agli altri”

Graciela lavora nella Biblioteca di Studi Umanistici di  San Tommaso , si occupa di prestito interbibliotecario. La sua storia è il riflesso preciso dei cambiamenti susseguitesi nel luogo in cui lavora, la attraversano. Attualmente la sua postazione si trova nella parte antistante il desk del front-office, uno spazio che in certo senso non è ancora biblioteca.

Il front-office rappresenta una soglia, una dimensione d’attesa di ciò che ci circonda. Spazio di congiunzione tra il fuori: le telefonate, gli amici, il quotidiano; e il dentro, in cui le voci si fanno sussurri e i nostri passi discreti e silenziosi.

La storia di Graciela inizia precisamente il 20 settembre del 1999, giorno in cui viene assunta dall’Università di Pavia. Inizia con delle piccole annotazioni scritte a penna su di un quadernino rosso e uno di quei vecchi mobili in legno pieno di cassetti piccolissimi contenenti innumerevoli fiches.

Ho sempre pensato che il libro e le parole che lo scandiscono avessero in sé un carattere destinale. Come le cartoline spedite dai luoghi di villeggiatura, ma senza un destinatario preciso. Essi tracciano innumerevoli traiettorie indirizzate al senso e alla leggibilità.

Ma come in molti testi del ‘700, in cui le note a margine celavano una storia ben più importante del testo stesso, questa nostra storia inizia da un viaggio. Il luogo di partenza di questo viaggio è Buenos Aires, città natale di un grande poeta che per quasi vent’anni diresse la Biblioteca Nazionale prima di essere destinato all’infamante ruolo di ispettore per il pollame e i conigli del mercato municipale della stessa città. Jorge Luis Borges.

” Come tutti gli uomini della biblioteca, in gioventù io ho viaggiato, ho peregrinato in cerca di un libro, forse del catalogo dei cataloghi… I due assiomi della biblioteca: la biblioteca esiste ab aeterno. Il numero dei simboli ortografici è di 25 ”

 

Ma come ordinare un tempo eterno in un spazio finito? Domanda altamente metafisica, strano che Kant non le abbia mai dedicato un piccolo trattato. L’ordine della biblioteca non può che essere plurale, sforzandosi di riprodurre l’intelaiatura della nostra grande memoria: ordine tematico, ma anche funzionale e alfabetico. E ancora: ordine sincronico e diacronico, ordine geologico.

La regola aurea rimane quella del buon vicino, secondo cui quando si cerca un libro si finisce per prendere quello che gli sta a fianco.

Fino all’inizio dei lavori di ristrutturazione la biblioteca di San Tommaso si disperdeva in un ordine più parcellizzato. Sezioni, aule studio e depositi si dislocavano in diverse e numerose aree; alcuni depositi alloggiati nei cosiddetti appartamenti dei militari. Per ben due secoli il complesso di San Tommaso è stato un luogo dell’arma, sede della caserma già intitolata a Umberto I e successivamente, a Nino Bixio.

“A quei tempi cantavo una canzone contro la guerra, “C’era un ragazzo…” Ero alla caserma Nino Bixio di Pavia e facevo parte della terza compagnia del Battaglione Genio Pionieri, Divisione Legnano, Terzo Corpo d’Armata. Ta ta ta ta ta ta ta ta ta ta..”

Dapprima convento e chiesa benedettini, poi domenicana, infine, per pochi anni, seminario generale lombardo, lo stabile ha sempre dialogato con il sapere universitario ospitandolo e facendo dell’attigua Piazza del Lino cuore e centro cittadino degli studi accademici.

“Strana storia anche quella delle mura, in cui ogni mattone e ogni pietra racchiude in sé la memoria delle differenti origini. Più che un luogo dello spazio San Tommaso è una dimora del Tempo”